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Dietro le quinte: Chiara

La cosa che più mi piace dei piccoli brand, delle piccole realtà è che hanno un volto umano, sono fatta di persone vere che hanno un volto e una storia.

Così voglio che sia anche per le mie Montagne di Lana, voglio metterci la faccia, ma soprattutto raccontarvi la mia storia e cosa mi ha portato a metter in piedi questo piccolo progetto.


Sono nata nel 1989, lettrice accanita da sempre, secchiona per scelta a scuola, oggettiva e pragmatica allo spasmo, mente scientifica, da pigra seriale a "capretta" di montagna: questo un breve riassunto di me.

Dopo essermi diplomata come perito informatico ho chiuso in un cassetto questo diploma e mille altre idee ed ambizioni per il fantomatico "posto fisso vicino a casa": 5 anni in un ufficio commerciale di un'azienda metalmeccanica.

Lavoro che da ragazzina neodiplomata mi ha subito affascinata: il primo confronto con il mondo dei "grandi", fantastico! Lavoro che mi ha insegnato un sacco: la responsabilità delle proprie azioni, lo spirito imprenditoriale, la vena commerciale, insomma una bella palestra di vita!


Poi il telefono suona, una corsa a casa ed il mio mondo va in frantumi: mille mila pezzettini di me microscopici sparsi a terra, impossibili da rimettere insieme.

La mia mamma non c'era più: il mio papà, la mia sorellina ed io eravamo soli, per sempre, tutto finito.

Io in frantumi arranco per qualche mese, poi mollo, non ho la stoffa di proseguire per quella strada...adios!

Il venerdì sera esco dal mio ufficio per l'ultima volta dopo 5 anni, il weekend trascorre in una specie di anestesia e il lunedì mattina alle 8 mi ritrovo seduta ad un tavolo con la testa tra le mani a chiedermi "E ora che faccio?".

Letteralmente impazzita mi lancio sul pc alla ricerca di offerte di lavoro, possibilità, corsi e mi imbatto in un corso per la gestione di sistemi di qualità: non ci penso mi iscrivo e due giorni dopo inizio.

Mi piace tornare sui banchi di scuola, mi impegno da brava secchiona, faccio stage, ottengo la qualifica e via a fare esperienze lavorative, accettando tutto, mettendoci l'anima, l'importante è lavorare!

E così arriva il posto da responsabile qualità in un'azienda alimentare e gli anni passano: faccio viaggi, metto su casa e ritrovo Matteo.


Matteo, il fidanzatino delle superiori alla fine me lo sposo: io però non sono una sposa "normale" ed il mio vestito non sarà bianco, non arriverà da un atelier, non sarà l'abito della principessa, insomma niente di quello che una normale sposa vuole.

Così incontro Laura (seguitela, sui social è VanityLaura): una fatina che con le sue mani magiche realizza un capolavoro di vestito blu: il mio vestito.



Andando nel suo laboratorio per le prove una molla scatta: caspita ma io quando ero bambina ero stata iniziata a questo mondo di stoffe, gomitoli, ferri, anche io so fare qualcosina.

E così vado a comprare tela aida, fili, aghi e ricamo a punto croce il cuscino per le mie fedi: ha delle imperfezioni certo, ma per me è perfetto e soprattutto scatena un terremoto in me.

Compro un gomitolo e con un uncinetto in men che non si dica nasce il mio primo scaldacollo: mi accompagnerà nelle mie avventure in montagna in inverno.

Un altro gomitolo ed ecco una fascia, poi un berretto, poi riprendo i ferri...come andare in bicicletta, quello che mi avevano insegnato le nonne riemerge ed è una sensazione meravigliosa veder nascere qualcosa dalle proprie mani!




Quello che realizzo piace, mi soddisfa, mi fa stare bene: ecco io così bene era da un bel po' che non ci stavo!

Papà e Matteo mi spingono: fai conoscere quello che fai, mal che vada nessuno se lo fila.

Apro un profilo social: il nome viene da sè "Montagne di Lana", le mie amate montagne non possono mancare e poi quello che faccio lo penso calato proprio sugli amanti delle montagne come me quindi è fatta!


Il profilo cresce, in tanti mi chiedono di realizzare berretti e fasce per Natale ed io sono la persona più felice dell'universo!


Inizio a crederci sempre di più in questo progetto, sento che il potenziale c'è: cavolo, se diventasse un lavoro vero?

Il tarlo inizia ad insinuarsi nei miei pensieri e realizzo una cosa che mi apre un mondo tutto nuovo: IO FINORA MI SONO SEMPRE FATTA PIACERE QUELLO CHE FACEVO, NON HO MAI FATTO VERAMENTE QUELLO CHE MI PIACEVA!


Sembra un gioco di parole, ma leggetela e pensateci su un attimo, avrà senso vedrete.

Così ora dopo oltre 10 anni a lavorare per realizzare il progetto imprenditoriale di altri (perchè fare i dipendenti è semplicemente questo), è ora di metterci l'anima per il mio progetto.


Incrocio le dita e spero di fare il salto presto, io ci credo!

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